sabato 30 settembre 2017

Meditando

Chi, più di un orante, è in grado di apprendere l'arte del dialogare col proprio sé?
Cos'è meditazione se non l'andirivieni del pensiero dal moto del fiume alla sorgente, e di nuovo al fiume?
Cos'è strumento di conoscenza, che è ricerca di verità, se non l'esame che mi specchia nel me più profondo?
La consapevolezza si nutre di questo. E di silenzio.
Ma oggi sono diventati troppi i luoghi in cui la presunzione della propria onnipotenza ha abortito il dialogo con l'Immanente. Ed il sé è rimasto solo, masochista inconsapevole. Auto-privato della capacità di nutrire se stesso. Senza meta, senza guida. Tra altre mille solitudini nascoste tra il rumore.
Ci è data tuttavia la possibilità di riagganciare i dispersi. Partendo dal ridonare la stima di sé come un piccolo assaggio di una più grande possibilità di sentirsi amati: un sentire che è bisogno vitale.
Nel momento in cui io insegnante ti metto in condizione di poter amare un po' di più te stesso, riesco forse a farti anche alzare lo sguardo su di me. Forse a farti venire voglia di sostenerti alla mia mano... e accettare di essere guidato a “nutrirti” di nuovo per proseguire senza più barcollare.
La fiducia apre più facilmente all'ascolto... e al meditare... e al voler sperimentare percorsi fino a prima rinnegati...
Possiamo ricondurli sulla strada serena, ma solo volendolo fortemente. Solo attraverso vie insospettabili costruite con strumenti... di platino.

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