martedì 7 novembre 2017

Spirito di iniziativa e imprenditorialità

Una delle competenze chiave, richieste dal D.M. al termine del primo ciclo di studi, titola "spirito di iniziativa e imprenditorialità".
Oggi ho svolto lezione in aula in tutte e due le seconde. Quasi due ore per classe dedicate agli argomenti: cosa significa migliorare, quali sono le regole per raggiungere un obiettivo, cosa significa spirito di iniziativa e imprenditorialità
Come ogni volta che tratto argomenti formativi, hanno comunicato tutti, postura immobile e protesa all'ascolto, sguardo profondo e intenso, luminoso o meditativo, sempre fisso alle mie parole... un grande interesse.  Hanno solo 12 anni, ma le indicazioni di percorso, gli esempi di vita riportati, le attività svolte in funzione del loro futuro lavorativo li appassionano e li spingono a partecipare attivamente al dialogo in brainstorming. E soprattutto a sorridere distesi quando comprendono che esiste un percorso verso l'affermazione di sé. Che esiste la possibilità, per ciascuno, di divenire "imprenditore di se stesso" e poi magari anche di una impresa... piccola, grande... famosa, non famosa...: poco importa!
Io ho compreso che lo spirito di iniziativa non è un dono innato di pochi! Il mio cervello è capace di comprendere che dipende solo dalla mia volontà alzarmi e prendere l'iniziativa di venire da te. Dipende solo da me decidere di alzarmi e invitare altri ad organizzare insieme una festa, inventare un esercizio all'asse di equilibrio, proporre una gara a premi...
Gli sguardi di tutti e di ciascuno si illuminano ogni volta che le mie spiegazioni donano loro la certezza di possedere nella testa un cervello fuori-serie. Che devono solo scegliere di voler usare. E che si accorgono di saper usare per le risposte che mi danno, per l'entusiasmo che mettono nella ricerca della soluzione, per gli occhi luminosi e sognanti che incollano sul proprio futuro.
Dimenticavo una cosa importante: l'anno scorso, in palestra, senza mai menzionare lo spirito di iniziativa, li avevo già invitati più volte a non temere di provare a trovare soluzioni, inventare modalità di traslocazione ecc... e loro se lo sono ricordato.
Ricordi il famoso invito di Papa Wojtyla rivolto ai giovani: "Non abbiate paura!"?... E' nostro compito ricordarlo loro.

venerdì 3 novembre 2017

Il mio sogno

Dal mio testo "Costruttori di fuori-serie..."


Insegno Educazione Fisica da quasi quarant'anni e constato ogni giorno che i nostri adolescenti sono purtroppo minati da una grave malattia che io chiamo autostima “fallata”.
Una lacunosa strutturazione della sicurezza di sé induce la maggioranza di loro a cercare sostegno fittizio in : partner... cibo... fumo... pasticche... alcool... sesso... gioco... Incapaci di costruirsi realmente liberi perché strutturalmente fragili e sconosciuti a se stessi, vivono vite in bilico che li impossibilitano a sperimentare felicità autentica.
Questo disagio è sotto gli occhi di tutti e io lo sento interpellare con forza il mio ruolo di educatrice.
Il mio sogno?
Cambiare questa situazione. Fare in modo che nelle scuole, oltre alle competenze disciplinari, si diano ai ragazzi gli strumenti per apprendere come si fa ad amare se stessi. Come si fa a costruirsi persone sicure e libere. Come si fa a realizzarsi.
In una parola: come si costruisce la propria personale felicità. Sì, proprio quella che tutti cercano, ma che nessuno si preoccupa di prendere in considerazione a scuola, quasi sia un luogo in cui possa suonare parola stonata.
Ho visto docenti prendere a cuore alunni soggetti di tristi storie familiari, incoraggiarli con affetto allo studio e alle relazioni corrette, ma non ho mai saputo nulla di specifici progetti scolastici atti a favorire l'apprendimento della costruzione della propria felicità partendo dalla costruzione della stima per se stessi.
Eppure gli strumenti li abbiamo. Abbiamo “life coach”, formatori, corsi universitari di Motivazione, conferenze internazionali sull'Autostima... Abbiamo libri e seminari che trattano di self empowerment, di PNL2, di E.R.E.3... Ma nessuno ne fa strumenti per le scuole, per tutte le scuole, per tutti i nostri adolescenti.
C'è una profonda incomprensibile spaccatura che separa il mondo della scuola da quello della formazione sociale al successo inteso come connubio tra adeguata capacità comunicativa interpersonale ed esplicitazione dei propri talenti. Quasi cultura e successo non siano l'una la base di lancio per l'altra. Quasi la scuola debba occuparsi solo di un tempo circoscritto ed estrapolato da un percorso che è invece indivisibile in quanto continuamente in atto nella vita di ogni individuo come costante ricerca di felicità.
A cosa dovrebbe servire la formazione se non a fornire chiavi di gioia a ciascuno perché possa offrirne anche agli altri?
Non è sufficiente dire: “Spalanca la porta e con la tua giovinezza profuma il mondo di gioia perché la vita è bella!” L'adolescenza è spavalda come scintillio di lama alla conquista del giorno solo quando le braccia di chi la brandisce sono forti e sicure.
E' nostro compito di adulti offrire strumenti che rinsaldino la giovinezza nascente per impedirle di aggrapparsi a “sostegni tagliola”. Fino ad oggi siamo stati latitanti riguardo alla nostra responsabilità di allenatori alla vita. Abbiamo indicato nei nostri programmi obiettivi formativi, ma mai un piano specificamente congegnato per favorire in ognuno la costruzione di una personalità forte, sicura, determinata a costruire la propria e l'altrui felicità.
Mentre in U.S.A. si sono già mossi dagli anni 90', noi italiani, a quasi trent'anni di distanza, stiamo ancora con la testa tra le mani, ma le pantofole ai piedi. A guardare, disperati ma accidiosi, il disagio e l'autodistruzione dei nostri giovani più fragili.
Il mio sogno ambizioso è che in ogni ambito scolastico, dalla materna all'università, i docenti decidano di porsi come obiettivo prioritario quello di aiutare le giovani generazioni loro affidate a liberarsi dalle proprie insicurezze per affrancarsi da qualunque “dipendenza”. Si determinino a rendere gli adolescenti forti della propria unicità e della propria capacità di “agire” creativamente sulla realtà. In grado di attraversare di corsa il proprio giorno a testa alta per sempre salvi dal pericolo di impigliarsi a nuvole di fumo, o a ventri saturi di cibo, o ad occhi opachi di pornografia. Mai più immobilizzati da lacrime sterili di abbandoni o rinunce rigide di rabbia; mai più seppelliti dal gioco dei denari o dal proprio vomito nauseato di alcool, di eroina, di noia.
Diamoci una mossa! La Scuola ha un altissimo potenziale costruttivo ancora incompreso e non sfruttato! Noi insegnanti possiamo aiutare migliaia di giovani vite. Io nel mio piccolo, da più di dieci anni uso strumenti che mi hanno fatto riscontrare cambiamenti molto soddisfacenti sia a livello formativo che di apprendimento. Ma perché accontentarmi di poche centinaia? Perché non fare di più, perché non mirare a tutti? Perché lavorare a fatica, da sola, e non invece in sinergia con altri per migliorare gli strumenti ed ottenere maggior successo? Ho bisogno del tuo aiuto, chiunque tu sia: genitore, insegnante... Specialmente se insegnante di Educazione Fisica perché, come me, hai a disposizione strumenti ancor più efficaci.

2 Programmazione Neuro Linguistica
3 Educazione Razionale Emotiva

Le nostre risorse personali sono continuamente rinforzate o fiaccate dai comandi inseriti nella mente. Da noi stessi o da altri poco importa.

Si Autostima Mi percepisco completo e in grado di...
  • Mi sento libero e mi comporto in modo attivo
  • Reagisco perché so che sbagliando imparo: migliorerò l’insuccesso
  • Cerco una soluzione e la concretizzo
  • Faccio pensieri obiettivi: “sono stato in gamba perciò ho avuto successo”
  • Reagisco in modo equilibrato
  • Apprendo serenamente
  • Raggiungo la meta
No Autostima Mi percepisco carente e non in grado di...
  • Un indefinito senso di colpa mi paralizza (il futuro è inquietante )
  • Ho paura di sbagliare perché l'errore mi dice che sono inadeguato
  • Non riesco a staccare dai problemi per cercare una soluzione
  • Minimizzo i miei successi : “sono stato solo fortunato”
  • Reagisco passivamente o aggressivamente1
  • Mi allontano da….
  • Sogno di poter raggiungere la meta


1 Teniamo sempre a mente che la mancanza di autostima si può esprimere in due modi diversi: - espressioni dirette : sensazione di non valere nulla, estrema passività, senso di futilità - meccanismi difensivi : eccessiva boria, sessualità compulsiva, comportamenti sociali di eccessivo controllo...

mercoledì 1 novembre 2017

Sta a me...

Il mio progetto Voglio essere una Ferrari si propone di mettere in sicurezza le radici dell'individuo nascente. Quelle che hanno il compito di sostenere per la vita l'evoluzione permanente della personalità di ognuno e renderlo libero di essere se stesso, in grado di affrancarsi dall'omologazione sociale contemporanea. 

Ho verificato che tutti i ragazzi 
Comprendono l'importanza di saper gestire la propria vita in modo 
indipendente dalle seduzioni omologanti
Sono in grado di svestire l'abito passivo per rivestirsi di determinazione 
e  sviluppare comportamenti propositivi liberi dal timore del giudizio altrui
In conseguenza  di ciò migliorano notevolmente apprendimento e profitto

Purché siano stati opportunamente predisposti: metodologie, tempi di lavoro, e  motivazioni capaci di stimolare il raggiungimento dell'obiettivo proposto. 
Sta a me fare in modo che tu possa fare, affinché tu possa convincerti che sai fare. 
Bisogna chiarire cioè che non serve rassicurare a parole la stima di ciascuno, se nel medesimo tempo non si propongono con attenzione  anche tutte le condizioni che invoglino l'azione e permettano che l'incisività di essa  rinforzi, di rimando, l'autostima. 
E' questo il solo autentico sigillo, in grado di affermare  la qualità dell'intervento formativo. 
Metodologia didattica ed intervento formativo  non possono che essere inscindibili ed interdipendenti.

Queste sono alcune delle centinaia di risposte (autentiche) dei miei alunni alla domanda:"Cosa porti con te di questi mesi di Ed. Fisica?"

“Penso di essere cresciuto molto, in tutti i sensi, sia per l'autostima che per il mio coraggio...”
“Mi sono portata a casa la voglia di imparare e di non avere più paura di sbagliare tutto...”
“Mi è stato utile per imparare che tutte le cose, se fatte male non riescono, ma se fatte bene e con fiducia in sé stessi riescono alla perfezione. Ho imparato a non giudicare le persone da come si vedono al primo impatto. Ed ora riesco a non vergognarmi davanti ai miei compagni. Ho molta più fiducia in me stessa e riesco a dialogare con più sicurezza con la prof..”
“Sopratutto quei discorsi sull'autostima che mi porterò dietro tutta la vita.”
“Mi ha insegnato a essere più sicura di me stessa, a usare il mio cervello...Io a casa ho portato un'autostima più alta, un cervello più sveglio, perché prima non lo usavo adeguatamente, ho portato una persona migliore, ho scoperto tante qualità in me che non sapevo di avere...”
“Di quest'anno mi ricorderò l'autostima che mi cresceva di giorno in giorno...”