lunedì 23 ottobre 2017

Meditando

Penso che fino a quando ci sarà un modello di perfezione davanti agli occhi della folla, nessuno tra la folla potrà sentirsi in pace con se stesso.
Chi potrà mai arrivare ad essere così simile alla perfezione richiesta? Uno? Due...? E gli altri?
E quei due, come potranno sentirsi così separati dagli altri? In una torre d'avorio?
E' vita la separazione costante? Separato dalla perfezione...Separato dall'imperfezione...E' vita?
In Mt 20, 1-16 il Padrone non fa differenze tra i primi e gli ultimi. Non c'è un podio preferenziale, perché non è stato posto nessun modello di riferimento. Neppure temporale, dato che non giudica quanto tempo siano rimasti nella vigna.
Non c'è scala di giudizio perché non c'è modello di profitto, né richiesta di profitto.
Sì, Gesù addita un modello, se stesso come modello, ma di comportamento: mite e umile. Per il Padrone della vigna (strano per un padrone non menzionare il profitto), il riferimento è aver lavorato: aver agito, aver usato il proprio corpo e la propria mente per fare.
In questo modo sono livellati primi e ultimi. Con la stessa livella che in natura chiede ad ognuno solo l'azione dell'essere: agisci da albero, agisci da gabbiano, agisci da mare, agisci da terra... agisci per ciò che sei chiamato ad essere.
Lo sai che l'istinto vergine di tutti i ragazzi è quello di gareggiare per il solo divertimento di stare insieme? Sapere che alla fine non ci sarà un 1°, un 2°, e un 3° li riempie della libertà di essere se stessi, e perciò di gioia.
Fino a quando la mente è vergine è il fare che conta. Il fare insieme a te. Perché da solo è bello, in due è meglio.
Santa Madre Teresa, "matita di Dio", è stata azione in risposta ad un mandato. Così come il Padrone aveva chiesto solo azione ai vignaioli.
Perché tutti noi siamo continuamente alla ricerca di additare il primo, e il secondo... e l'ultimo?

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